L’economia civile aiuta a superare i fallimenti dello stato e del mercato. Economia civile significa ciò che sta nel mezzo tra impresa che massimizza il profitto e la filantropia: le cooperative bancarie, le ONG, volontariato, banche etiche, commercio equo e solidale, cioè attività d’impresa e l’orientiamo a un fine che non è la massimizzazione del profitto. Gli “spiriti solidali” fanno nascere tante imprese quanto gli spiriti animali come dimostra il microcredito, così il commercio equo e solidale o cooperative che hanno come obiettivo quello di includere lavoratori svantaggiati.

La crisi dimostra che ci sono due modelli di banca. Una è quella delle grandi banca che fa profitti massimizzando il profitto. Ma esasperare il criterio della massimizzazione del profitto mette in crisi la stessa sopravvivenza delle banche perché spinge a comportamenti molto pericolosi. C’è un modello di banca che ha retto: la banca sociale, che hanno un obiettivo che si preoccupa del benessere dei soci e dei clienti che hanno progetti a sostenibilità ambientale. L’economia civile è quindi un “voto con il portafoglio”. Infine la felicità. Gli studi sulla felicità dimostrano che dipende dalla capacità di rendere felici gli altri. Se non si investe in relazioni la paura e l’insicurezza diventano temi dominanti. Oggi nel lavoro non c’è coincidenza tra ideali e realtà aziendale. Questo può e deve cambiare anche perché l’azienda può ricavare beneficio dalle motivazioni ideali. Produttività, motivazioni e relazioni sono i tre dati che determinano in un’impresa il risultato definitivo.

Il professor Leonardo Becchetti insegna economia politica presso la Facoltà “Tor Vergata” di Roma. Si occupa di banca etica e commercio equo e solidale collaborando con diverse istituzioni. Tra i suoi lavori Felicità sostenibile, Donzelli; Il denaro fa la felicità?, Laterza, e il più recente Microcredito

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